Gomorra, lite dietro le quinte tra comparse “Sparo io che sono guappo nel film e fuori” (Repubblica)

La clip con i sottotitoli in inglese diventa materia di indagine. Il diverbio tra i due pregiudicati avviene proprio davanti al regista Garrone. “Ti faccio vedere io come si uccide un cristiano”

di Conchita Sannino

Sembrava solo una “chicca” del dietro le quinte del film Gomorra: ma ora diventa materia di indagine. E’ una clip della carrellata ufficiale “Gomorra behind the scenes”, sottotitolata in inglese, anche se in alcuni brani esigerebbe, forse, la traduzione in italiano.

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Due pregiudicati, che sul set sono attori-comparse litigano, proprio dinanzi al regista Matteo Garrone. Il più robusto dei due, in t-shirt bianca, è Giovanni Venosa, è infuriato perché lo avrebbero escluso dal ruolo di un killer, dice che deve sparare lui “a quei ragazzi, perché io sono guappo nel cinema e fuori del cinema”. L’altro, più anziano e a torso nudo, tale Zio Bernardino, cerca di calmarlo. Alla fine Giovanni, dopo una sfuriata in cui avverte “Sennò qua non si gira più”, incassa il cambio della scena che riprende un agguato di morte. Giovanni dice sorridente a Garrone, che sta per spiegargli il movimento della scena: “Ti faccio vedere io come si uccide un cristiano”.

Solo dieci mesi dopo, Giovanni Venosa, già nipote di un ergastolano del processo Spartacus, viene arrestato per estorsione aggravata dalla finalità mafiosa. E’ considerato capo di una fazione collegata ai casalesi: indagato per aver messo sotto estorsione, anche dal modenese dov’era rinchiuso in una casa lavoro, decine di imprenditori. L’altro, Bernardino Terracciano, detto nell’ambiente criminale zì Bernardino, viene anch’egli arrestato nell’ottobre 2008: deve rispondere di estorsioni, favoreggiamento, detenzione e porto d’armi e strage di stampo mafioso.
Non è escluso che il procuratore antimafia Federico Cafiero de Raho possa acquisire agli atti questo video, che è diventato anche materia delle domande formulate dai pm, ieri pomeriggio, al regista Garrone, sentito come teste.

Sono i magistrati Cesare Sirignano e Giovanni Conzo a indagare sulla presunta tangente di 20mila euro che, secondo il pentito dei casalesi Oreste Spagnuolo, sarebbe stata versata da Garrone durante un incontro con Alessandro Cirillo, esponente del clan dei casalesi. Il cineasta ha già smentito, durante la sua deposizione, di aver versato quel denaro. Ma ha riconosciuto di aver incontrato Cirillo, solo perché chiestogli come favore da “ziì Bernardino”.

(15 maggio 2012)

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